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Rovigo città-museo di Milani

Spesso i contenuti dell'arte di Milani sono espressione della comunità nella quale presero vita e alla quale furono destinati. Una componente di orgoglio civico è senz'altro all'origine del monumento dedicato a Giovanni Miani, esploratore rodigino dell'Ottocento, esiliato per la partecipazione ai moti risorgimentali e morto durante una spedizione in Africa, personaggio che la cittadinanza volle onorare con una statua in marmo, collocata in Largo Libertà; si era agli inizi degli anni '30, e nel lavoro dello scultore sembrano confluire spunti di matrice neoclassica insieme a suggestioni modernistiche, misurate con sobrietà.
Una tendenza alla semplificazione delle forme plastiche, perseguita quasi a voler raggiungere una purezza essenziale nella rappresentazione della figura umana, è evidente nell'altorilievo La famiglia, scolpito dieci anni dopo, quando già infuriava il secondo conflitto mondiale, per il palazzo dell'Istituto Nazionale della Assicurazioni (INA), sulla facciata dal lato di via Angeli; i gesti composti delle figure, l'equilibrio della scena, le solide volumetrie concorrono a trasmettere un senso di armonia e di serenità.
Ancora un decennio più tardi, costituì una tappa importante nel percorso dello scultore la Fontana della Riconoscenza nel piazzale della stazione ferroviaria, commissionatagli in segno tangibile della gratitudine manifestata dal Polesine per gli aiuti ricevuti dalla comunità internazionale nella tragica circostanza dell'alluvione del novembre 1951; per l'occasione, nel repertorio iconografico dell'apparato esornativo fanno la loro comparsa, oltre alle figure umane sulle stele, e alle protomi di animali marini, di lunga tradizione, anche le immagini di apparecchi idraulici quali sono le pompe idrovore, simbolo della "solidarietà mondiale", come recita l'iscrizione, nei confronti delle popolazioni alluvionate.


Virgilio Milani, Fontana della Riconoscenza. Rovigo

Virgilio Milani, Fontana della Riconoscenza. Rovigo, Piazzale della Stazione Ferroviaria
(foto Associazione Culturale Minelliana Rovigo)

Al 1954 risalgono i fregi per la Casa del Mutilato di Guerra, testimoni di una ricerca formale maggiormente orientata in funzione espressiva; del 1957 sono le decorazioni a rilievo per la facciata del Teatro Sociale, con raffigurazioni classicheggianti di elementi simbolici, maschere e strumenti musicali, che alludono alle arti dello spettacolo; l'anno successivo Milani realizzò le decorazioni per la sede dell'Istituto Autonomo Case Popolari (IACP, poi Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale - ATER), che nell'impostazione prevalentemente grafica rivelano uno stile più corsivo, quasi bozzettistico.
Infine, la torre in acciaio inox, che si eleva nel giardino della Scuola Media Statale Casalini, per cui Milani risultò vincitore di un concorso, risale al 1968, e nella produzione dell'artista, che, all'età di settant'anni, sceglieva proprio allora di passare dal figurativo all'astratto, segna un momento di rottura e trasformazione, preludendo al periodo di forte crisi interiore vissuto negli ultimi anni dallo scultore rodigino.